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PENSIONATI ITALIANI IN TUNISIA Hammamet, Sousse, Djerba, Tunisi, queste in genere le destinazioni dei circa 5 mila italiani di ultima generazione trasferitesi in Africa (all'inizio erano soprattutto piccoli imprenditori). La relativa vicinanza con la madre patria aiuta. Il presente ha carattere puramente informativo. A tutti i cittadini italiani pensionati, che intendano trasferirsi in Tunisia, viene offerta la possibilità di godere di importanti vantaggi economici:
1) Tassazione del reddito ridotta. Infatti dal 2007 è entrata in vigore in Tunisia la legge finanziaria n. 85 del 25 dicembre 2006 che prevede una tassazione delle persone fisiche particolarmente vantaggiosa (grosso modo si paga in un anno quello che in Italia si paga in un mese), permettendo al pensionato italiano di avere un sostanzioso aumento del netto pensionistico da percepire;
2) Dimezzamento del costo della vita che consentirebbe allo stesso di vivere in maniera più piacevole, anche sotto il punto di vista economico, il proprio ritiro dall'attività lavorativa. In Tunisia 1 Dinaro ha un potere d'acquisto pari ad 1 Euro in Italia, essendo 1 Dinaro (al cambio corrente) pari a poco meno della metà di 1 Euro (50 centesimi) si ha di fatto un raddoppio del potere d'acquisto. (Esempio sulla benzina: 1 Lt di benzina senza piombo costa 1,570 Dinari pari a 0,70 Euro;
3) La ridotta spesa per le bollette energetiche (acqua, luce, gas, carburante) che per i bassi costi è quasi trascurabile nel bilancio familiare. In tal modo, il pensionato italiano, vedrà dunque aumentare le proprie entrate nette e potrà giovarsi nell'avere un costo della vita ridotto rispetto all'Italia. Nei dettagli, ai sensi dell'art. 35 L. 85/2006 è previsto un abbattimento dell' imposizione reddituale pari all'80% sul totale della pensione percepita dal cittadino di un paese straniero con cui la Tunisia abbia stipulato (e tra questi c'è l'Italia) una convenzione volta ad evitare la doppia imposizione fiscale.
Le convenzioni internazionali contro la doppia imposizione sono uno strumento di politica internazionale tributaria necessarie ad evitare il fenomeno per cui lo stesso individuo sia soggetto due volte a tassazione in due diversi stati. CONVENZIONE del 25/05/1981 n. 388 Titolo del provvedimento: Convenzione tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Tunisina per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali (Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 202 del 24/07/1981) Questo strumento ha lo scopo di evitare la tassazione del reddito sia nel Paese in cui questo è stato prodotto sia nel Paese di residenza del soggetto che lo ha prodotto. Ai sensi dell'art. 2 della suddetta convenzione, la stessa "si applica alle imposte sul reddito prelevate per conto di ciascuno degli Stati contraenti, dalle sue suddivisioni politiche o amministrative e dei suoi enti locali, qualunque sia il sistema di prelevamento". Pertanto anche l'IRPEF rientra a pieno titolo tra quelle considerate nella convenzione. Affinché il pensionato italiano possa ricevere la pensione in Tunisia ed ottenere l'applicazione del regime fiscale tunisino è necessario dimostrare di essere abitualmente dimorante, pertanto è sufficiente, per soddisfare il requisito dell' abituale dimora, trascorrere in Tunisia almeno 6 mesi e 1 giorno anche non continuativi e decorrenti dalla data d'entrata in Tunisia.
Per far questo è indispensabile: 1) richiedere la carta di soggiorno e dimostrare di aver effettivamente spostato la propria residenza in Tunisia. Per quanto riguarda la carta di soggiorno, la relativa domanda deve esser presentata presso la stazione di polizia competente nell'aerea di residenza prescelta (ad es. Tunisi, La Marsa, Hammamet). Il rilascio della carta di soggiorno (provvisoria) avviene a vista e dopo 2/3 mesi è possibile ritirare quella definitiva. La carta di soggiorno è valida per dodici mesi con la possibilità di rinnovarla ogni anno. Per quanto riguarda l'indirizzo di residenza i funzionari consolari chiedono, oltre la carta di soggiorno, una bolletta dei servizi (acqua o elettricità o gas). L'apertura di un conto corrente bancario o postale tunisino, ove dovrà essere accreditata la pensione, è richiesta anche per avere la carta di soggiorno. La pensione, che non verrà più tassata dallo Stato italiano, verrà corrisposta al lordo. Non figureranno più le detrazioni dovute per l' IRPEF e le sue addizionali* destinate alla regione e al comune di residenza. Se a gestire la posizione A.I.R.E. è un comune ove insiste un' abitazione di proprietà, non occupata per locazione, la stessa viene considerata "prima casa" ai fini IMU. Il sistema fiscale tunisino prevede per i pensionati stranieri una quota di reddito non imponibile pari all'80%, imponendo la tassazione solo sul rimanente 20%. Il capo famiglia, inoltre, può usufruire di una ulteriore detrazione di 150 Tdn.
Si riporta a titolo esemplificativo il seguente calcolo su una pensione di 1000 Euro (al netto della tassazione) Mensile lordo di 1.250,00 x 13 mesi (comprensivo di tredicesima) Reddito annuo lordo Euro 16.250 Euro 1.250 = Tdn 2500 Tdn = Dinaro Tunisno Reddito annuo lordo: 2.500 Tdn x 13= 32.500 Tdn (comprensivo di tredicesima)
Detrazione (80%) non imponibile 26.000 Tdn Reddito imponibile: 6.500 Tdn con aliquota del 20% (vedi tabella aliquote)
L'imposta sul reddito è di: 1.300 Dinari pari a 591 all' anno In pratica i 13.000 Euro netti percepiti in Italia diventano 15.659 Euro.
La Pensione di 1.000 Euro diventa di 1.204 Euro pari a 2500 Dinari (stipendio da favola in Tunisia).
In Tunisia, per quanto riguarda l' imposta sul reddito delle persone fisiche, l' aliquota applicata va dallo 0 al 35% secondo il seguente schema:
Tabella 15 . Imposte dirette (IRPP) Redditi scaglionati in DTN (Dinari tunisini).
Aliquota Fino a 1.500 0 %
Da 1.500 a 5.000 15 %
Da 5.000 a 10.000 20 %
Da 10.000 a 20.000 25 %
Da 20.000 a 50.000 30 %
Oltre 50.000 35 %